Intuitive eating e bambini

Negli ultimi tempi si è iniziato a parlare anche in Italia di Intuitive Eating, se ne parla molto soprattutto per gli adulti, ma esiste anche ed è stato studiato per bambini e ragazzi. In questo articolo cercherò di spiegare cos’è Intuitive Eating (IE) e soprattutto come si declina per bambini e ragazzi.

Cos’è Intuitive Eating

L’ Intuitive Eating nasce negli Stati Uniti grazie alle dietiste Evelyn Tribole e Elyse Resh, di seguito trovate alcuni punti fondamentali:

  • è uno strumento clinico scientifico all’interno del paradigma HAES (Health at every size) che ha l’obiettivo di promuovere benessere autodeterminato

  • ha l’obiettivo di accompagnare la persona a scoprire un diverso modo di rapportarci al cibo e all’alimentazione, modalità che è già in noi innata,  ma che diventa difficile da riscoprire e mettere in pratica a causa  della cultura della dieta e dai giudizi e pregiudizi causati dalla grassofobia

  • è un processo, non un protocollo, che si svolge lungo 10 principi: per questo non ha un numero pre determinato di incontri o materiale pre costituito, questo lo rende estremamente flessibile ma deve essere ben interiorizzato dalla persona che lo guida (psicologo, Terp, dietista, nutrizionista…)

  • è adatto a tutte le persone che hanno una buona consapevolezza di sé  e risorse ambientali adeguate

Vi lascio qui il link delle migliori esperte in Italia di questo strumento, grazie a loro mi sono formata e riesco a declinare questo paradigma sui più piccoli. Il progetto si chiama Malasalute?  ed è stato pensato e progettato da 3 professioniste: Veronica Bignetti (dietista), Alessia Buzzi (psicologa) e Francesca Tamponi (Terp) qui trovi tutti i dettagli e i loro corsi

Questo percorso è nato inizialmente per adulti che per anni hanno cercato attraverso le diete di regolare il loro peso e modificare la loro forma corporea, attraverso studi scientifici e osservazione della realtà, Tribole e Resch, iniziano a capire che c’è la necessità di un cambiamento fondamentale per il benessere delle persone. A fine di questo articolo troverete alcuni link utili per comprendere meglio da dove è iniziato tutto.

ma quindi perchè ne parliamo per bambini e alle bambine?!

Perchè parlare e mettere in pratica IE significa creare una dinamica relazione fra istinto, pensieri ed emozioni.

ISTINTO: ogni persona nasce con il senso di fame e di sazietà, si piange per chiedere cibo e si dorme quando si è sazi, non controlliamo il tempo o il cibo, chiediamo quando abbiamo fame. Il nostro cervello ha già al suo interno sistemi di messaggi neurochimici che determinano la fame e la sazietà. Questo non cambia ma viene “assopito” dalle regole rigide della società e della cultura della dieta.

PENSIERI: influenzano il nostro modo di approcciarci al cibo, di pensare agli alimenti e di vedere il nostro corpo. I pensieri vengono anche influenzati da idee della società, come la cultura della dieta, dai giudizi e commenti delle altre persone e da ciò che vediamo e sentiamo fra Tv, social, pubblicità…

EMOZIONI: le emozioni sono parte integrante delle esperienze umane e proprio per questo sono parte fondamentale anche dell’Intuitive Eating. Includono come ci si sente quando si mangia, come le emozioni influenzano il desiderio di mangiare o di non mangiare. Questo vale anche per i bambinǝ che possono trovare nel cibo un modo per stare meglio se provano emozioni spiacevoli, o un modo per passare il tempo se sono annoiati…ma attenzione, questo capita a tutti noi! Possiamo voler mangiare patatine quando siamo annoiati, o un dolce quando siamo felici, possiamo non sentire fame quando siamo tristi o mangiare meno del solito quando siamo annoiati o arrabbiati… non è sbagliato, semplicemente così funzioniamo in modo naturale.

perchè quindi parlare di Intuitive Eating già da piccoli? 

Iniziare a parlare e a avvicinarsi all’Intuitive Eating sin da piccoli significa promuovere fattori di prevenzione in termini di salute mentale: si parla di diversità di corpi, e di prevenzione rispetto alla possibilità di  sviluppare disturbi dell’alimentazione.

La salute mentale comprende sia gli aspetti legati al corpo che alla mente, aiutare sin da piccoli ad avere un buon rapporto con il proprio corpo e cercando di togliere, o non apprendere affatto, tutti gli aspetti legati alla cultura della dieta; di seguito puoi leggere cosa si intende con “cultura della dieta” in questo articolo della dottoressa Alessia Buzzi, psicologa, identikit della cultura della dieta

Molte cose impattano sulla salute mentale:

  • cercare di cambiare la forma del proprio corpo;
  • iniziare diete, specie se in giovane età, qui trovate un approfondimento della dottoressa Arianna Rossoni non mettere i bambini a dieta
  • sentirsi in colpa per il proprio corpo;
  • legare il cibo ad emozioni di vergogna;
  • distinguere i cibi in “buoni” e “cattivi”;
  • usare i cibi come premio o come punizione.
cosa pensano gli adulti rispetto ai bambini e al cibo

Spesso il primo pensiero è quello che i piccoli debbano essere guidati a gestire il cibo perchè è un elemento che non possano controllare, invece nasciamo capaci di gestire la nostra fame e sazietà, nasciamo tutti intuitive eater! Con il tempo iniziano  le routine, gli orari, occorre avere fame in certi momenti e occorre sapere “non mangiare” in certi momenti, pensate alla scuola dell’infanzia a come il cibo sia legato a determinate routine e non sia possibile mangiare in momenti diversi, questo diminuisce il nostro contatto con il senso di fame e sazietà.


Ma ancora di più spesso si pensa che un certo peso, una certa forma del corpo o un certo corpo, possano dimostrare di essere più in salute; questo ha a che fare con l’immagine corporea, ne puoi leggere meglio qui aiutare bambini e ragazzi ad avere un’immagine corporea positiva . Tutti i corpi possono essere in salute, i corpi dei bambini cambiano moltissimo in pochissimo tempo, ma penso si è portati a pensare che un bambinǝ grassǝ sarà un adulto grassǝ e che questo non sia sano. Il termine salute però comprende non solo la forma del corpo ma anche il contesto ambientale, sociale, la parte genetica, l’alimentazione in senso ampio, lo stile di vita, eventi traumatici…

Quindi da dove partiamo come adulti… e come professionisti?

Come professionisti siamo anche adulti e quindi il punto di partenza è il medesimo che possiamo distinguere in 3 punti importanti:

  1. essere vicino ai bambini e supportarli nella loro crescita come persona
  2. essere flessibili nelle routine dei pasti e nelle idee legate al cibo
  3. essere noi per primi intuitive eater e mettere in discussione la cultura della dieta, gli aspetti grassofobici . Per fare questo puoi iscriverti qui alla newsletter e al nuovo corso in partenza c’era una forma un progetto per parlare discopri di bambini e ragazzi

Iniziare un percorso di intuitive eating significa accompagnare prima di tutto le famiglie nel seguire i principi di questo paradigma, comprendere quali sono le frasi  da dire o da evitare in casa, il proprio rapporto con il cibo da adulti, occorre partire dagli adulti. È possibile anche condividere queste idee e modalità con educatori ed insegnanti che si occupano dei pasti a scuola. Successivamente si può lavorare assieme a bambini e bambine sulle loro emozioni e sulla loro immagine corporea, qui puoi trovare il cosa consiste questo servizio richiesta info immagine corporea 

Lavorare con intuitive eating significa prevenire, significa creare un buon rapporto con il cibo e con il proprio corpo, è un percorso completo, che si fa insieme in cui la persona viene vista nel suo complesso, viene ascoltata tenendo conto di emozioni, relazioni, ambiente, corpo, sensazioni e desideri personali e nei bambini è un ottimo punto di partenza per prevenire disturbi mentali e aumentare la capacità di osservare con uno sguardo nuovo il mondo in cui ci troviamo.

Every body

link di approfondimento

approccio HAES