Le fedeltà invisibili: quando sono i figli a dover sostenere i genitori

“Le fedeltà invisibili” di Delphine de Vigan, ed. Einaudi

Ho trovato questo libro un po’ per caso, ma già il titolo “Le fedeltà invisibili” mi ha incuriosito. Il termine invisibile mi lascia sempre senza parole perchè penso che siano davvero tante le cose visibili, ma che rendiamo invisibili. Un libro che come tema centrale ha i figli, piccoli o grandi, che hanno dovuto sostenere i genitori, o hanno dovuto sopportare iniziato loro grandissimi sbagli.

Il libro è un intreccio di 4 storie che si incontrano, di quattro equilibri fragili, di 4 persone di età diverse, contesti diversi che hanno in comune genitori fragili: aggressivi, assenti, alcolizzati, impauriti.

Nel libro vengono descritti in modo davvero reale cosa accade nella mente di bambini, che sono o che erano, quando un genitore non rappresenta un porto sicuro, non riesce a chiedere aiuto e si lascia trasportare da sensazioni, paure, disturbi mentali.

Le fedeltà invisibili, sono quelle verso le relazioni che ci hanno cresciuto, verso le persone che abbiamo incontrato nella nostra vita. Nel libro troviamo la storia di un matrimonio sbagliato e un altro fatto per convenienza. Sono invisibili a chi non le vuole vedere.

Invisibili a una scuola che guarda al rendimento, ma non al benessere di un ragazzo costretto a indossare pantaloncini non della propria taglia e a correre in questo modo davanti ai compagni.

Sono invisibili davanti a una ex-moglie che è accecata dall’odio per il marito tanto da non vedere il malessere fisico ed emotivo del figlio. Sono invisibili a una madre così concentrata di fare “bella figura” da non accorgersi di un figlio che inizia a bere per gioco. Sono queste le fedeltà invisibili tra figli e genitori.

perchè leggere questo libro?

Credo che questo libro sia indispensabile per ogni adulto che osserva il mondo dei ragazzi, ci ricorda quanto sia importante osservare senza pregiudizi, vedere i comportamenti reali, perché potremmo vedere difficoltà che richiedono il nostro ascolto e il nostro intervento.

Il racconto oscilla continuamente fra comportamenti che potrebbero essere considerati normali, ma che diventano segni di difficoltà e problemi se si guarda al più ampio contesto. Penso che la grande forza sia la disperazione che si legge fra le pagine di questo libro. Mette in evidenza il famoso continuum fra salute e malattia, fra ciò che è fisiologico e ciò che può essere un disturbo su cui dovere intervenire.

dal libro alla realtà

Nella realtà ho trovato tanti spunti di riflessioni e alcune associazioni che si occupano proprio di questi temi.

Parto con COMIP https://www.comip-italia.org associazione creata e fortemente voluta da figli di genitori con disturbi mentale. Sul loro sito trovate sia come sostenerli sia i loro progetti. Questa associazione è un punto di partenza molto importante, sia per eliminare alcuni tabù su questi aspetti, sia per fare reale prevenzione. Nella nostra società solitamente non si pensa che siano i figli a prendersi cura dei genitori. Grazie a questa associazione si inizia a “dire” che non è così.

Della stessa autrice vi consiglio anche questo libro che Stefania Ciocca ha descritto benissimo con riflessioni molto reali che potete trovare qui https://www.stefaniaciocca.it/2022/05/09/tutto-per-i-bambini-di-delphine-de-vigan/

In questo libro si sottolinea quanto anche i social, la voglia di apparire, mostrare, l’egocentrismo sia una fedeltà invisibile al proprio ego.

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