Mostraci chi sei: fra neurodivergenza e abilismo

“Mostraci chi sei” è un romanzo edito da Uovonero edizioni che parla di neurodivergenza e abilismo. Scopriamo qualcosa di più sul libro e su queste parole!

La trama “mostraci chi sei”

Il libro è scritto da Elle McNicoll, scrittrice neurodivergente, che racconta di Cora, una ragazza di 13 anni autistica che abita con il padre e il fratello; quest’ultimo lavora per una società chiamata “Il Melograno” in cui si scoprirà durante la storia, che si occupa della creazione di ologrammi di persone.

Cora conosce Adrien, anche lui neurodivergente, e fra loro l’intesa è immediata, come immediato è il confronto sul tema dell’individualità, del concetto di normalità e della capacità della società di accettarli per quello che sono. La famiglia di Cora è attenta alle sue esigenze, l’ascolta e la accetta senza condizioni; la famiglia di Adrien invece solo in parte. Solo la madre è fiera di ciò che è suo figlio, mentre per il padre i suoi “difetti” vanno cancellati, eliminati, annullati perchè sono errori e non caratteristiche personali.

Mostraci chi sei: fra neurodivergenza e abilismo

Senza raccontarvi troppo del libro, vorrei soffermarmi sulla parte finale in cui Cora rivendica il suo diritto a scegliere per il suo benessere. Il suo diritto a decidere se e come è giusto mantenere alcune sue caratteristiche che la rendono davvero se stessa.

Un libro che può introdurre i ragazzi più giovani al tema della neurodivergenza, e gli adulti ad alcune riflessioni importanti sul nostro modo di essere persone educanti e anche professionisti sanitari.

neurodivergenza
mostraci chi sei: fra neurodivergenza e abilismo

Partiamo quindi dal significato di neurodiversità. Si basa sul concetto per cui esistono persone neurotipiche, in quanto il funzionamento del loro cervello funziona come nella maggior parte delle persone, rientra per questo nella media.

Le persone neurodivergenti invece, rientrano in alcune minoranze statistiche e possono essere autistiche, ADHD, dislessiche.

Se noi pensiamo alle divergenze come un problema puramente medico da curare, vedremo questa caratteristiche personali come un errore da correggere; se invece ampliamo il pensiero e partiamo dalla verità che siamo tutti neurodiversi, allora quelli che venivano definiti errori iniziano a prendere la forma di caratteristiche personali.

Quindi partiamo dal fatto reale, che siamo tutti diversi. Che alcuni di noi hanno diversità che ritrovano in molte altre persone , altri hanno diversità che possono ritrovarsi in un gruppo ristretto di persone. Queste caratteristiche definiscono la persona… esattamente come quelle neurotipiche caratterizzano le persone neurotipiche.

In quest’ottica anche il lavoro di un professionista sanitario deve concentrarsi non sulla correzione di errori, ma sulla percezione e consapevolezza della persona, sul modo in cui vive la sua neurodiversità. Spesso mi sono trovata a riflettere se una caratteristica fosse da assecondare nell’altro o fosse da cambiare, se dovessi intervenire o starla a guardare e attendere. La risposta è sempre stata quella di vedere quanto, quella sfumatura, potesse fare soffrire una persona, quanto potesse farla sentire inappropriata, non voluta, inadeguata; da qui il progetto non è cambiare, ma portare a consapevolezza.

abilismo

Questo ci porta inevitabilmente a pensare, riflettere e porci il dubbio di quale sia il nostro punto di vista rispetto alla disabilità. Per anni mi sono domandata quanto il mio sguardo sulla disabilità, sui disturbi mentali, fosse condizionato dalla società e dalla cultura in cui sono cresciuta o dal semplice fatto di non avere io stessa queste difficoltà. Lo scorso anno quindi ho iniziato a informarmi su questo aspetto e vi rimando quindi alla definizione di abilismo e all’articolo di Sofia Rigetti, attivista e filosofa che si occupa proprio di informazione su questo argomento. https://www.sofiarighetti.it/2019/05/17/abilismo-e-ora-di-parlarne/

L’abilismo è l’atteggiamento discriminatorio nei confronti delle persone con disabilità. Rappresenta anche il sistema di potere che ritiene che alcune abilità abbiano più valore di altre. ( es. nella società ha più valore che ci si sposti con le gambe, rispetto a coloro che si spostano usando la parte superiore del corpo)

Questa è una delle definizioni che trovate all’interno del podcast “Senza cornice” che parla di disabilità e di abilismo e che vi consiglio di ascoltare.

mostraci chi sei… e chi sono

Questo libro offre davvero la possibilità di rileggere il pezzo di realtà che ci siamo creati. Di rivedere ciò che può essere parte di un pregiudizio interiorizzato perchè sistemico (cioè completamente dentro alle dinamiche della nostra società).

Chi di noi è un professionista della salute mentale deve porre ancora maggiore attenzione a questa dinamica, perchè il rischio di ricercare la perfezione, di voler controllare la normalità è sempre in agguato!

Abbiamo il dovere di conoscere le dinamiche sociali, linguistiche e relazionali di questi aspetti, di riconoscerli prima di tutto su di noi, per poi aiutare anche gli altri a riconoscerli e a modificarli.

Quando ci apprestiamo a creare un progetto riabilitativo, chiediamoci come si sente la persona davanti a noi, non cosa fare per farlo rientrare nella norma statistica. Chiediamoci quali strumenti possono aiutarlo ad esprimersi o a imparare, non quel strumento più di moda possiamo offrirgli!

Ci sono alcune righe trattedal primo capitolo del libro ” Anche questo è femminismo” edito da Tlon in collaborazione con Bossy, che racchiudono questa complessità:

“Anche questo è femminismo” edizioni Tlon

Disabilità come una conseguenza o risultato di una complessa interazione fra corpo, fattori ambientali e personali. (…) la disabilità sia strettamente connessa sia alla società che all’individuo, cessando di essere una frattura nello stato di salute per diventare invece una variazione nel funzionamento degli esseri umani. (pag 13, Sofia Rigetti e Marina Cuollo)

Non chiudiamoci dietro alle rigidità di progetti iper selettivi e specifici, non cerchiamo sempre di semplificare la complessità. Cerchiamo di leggere questa complessità con lenti e pensieri diversi, con informazioni diverse e adatte alla società in cui viviamo, adatta alle persone con cui interagiamo.


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