giocare oltre le regole: progettare e divertirsi durante le attività
Il gioco in riabilitazione è uno strumento fondamentale per motivare i bambini e per raggiungere veri obiettivi riabilitativi. Ma andiamo con ordine.
perchè il gioco in riabilitazione?
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La riabilitazione in età evolutiva, cioè con bambini e ragazzi, può avere varie caratteristiche:
- può potenziare delle abilità presentii parte o in modo non sufficiente ( attenzione, memoria, pianificazione di una serie di attività),
- può abilitare nel caso non siano presenti alcune specifiche abilità come ad esempio la capacità di condivisione o di relazione reciproca
In ogni caso la scelta del tipo di obiettivo avviene dopo una valutazione delle abilità specifiche della persona sia attraverso test, che attraverso un’attenta osservazione.
Il gioco è uno strumento fondamentale in riabilitazione perché dentro il gioco possiamo trovare storie, strumenti, agire sulla relazione e sulle singole abilità cognitive (attenzione, memoria, logica…) e assieme a questo il divertimento, la relazione interpersonale e la possibilità di mettersi alla prova attraverso situazioni nuove e che possono ripresentarsi nella vita di tutti i giorni.
Come organizzare il gioco in seduta
La prima cosa da fare è sempre pensare all’obiettivo che si intende raggiungere nell’intervento, sia nel lungo termine che nel breve termine, da qui si inizia a pensare a quale sia il gioco più adatto anche in base al desiderio e a ciò che piace alla persona.
Attenzione! Ogni gioco può essere adatto a un obiettivo perchè ciò che fa la differenza è il modo in cui lo pensiamo, e soprattutto i modi che ci aiuteranno a gestire gli errori e le difficoltà che possono emergere durante il gioco ( di errori ne avevo già parlato qui https://www.serenaneri.it/imparare-a-sbagliare-gli-errori-come-modello/) .
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Prima di iniziare un gioco è importante pensare ai pre-requisiti, cioè a quelle caratteristiche che sono indispensabili per poter giocare. Ad esempio se è un gioco sulla turnazione, occorre che il bambino o la bambina conoscano l’alternanza del turno, se c’è un dado occorre che conoscano i numeri fino a 6… in caso contrario si può pensare a un dado con i colori e non coni numeri o di un’attività che aiuti nella conoscenza base di questa abilità.
gestire le difficoltà
Pensare a come gestire le difficoltà è un’altra parte fondamentale del gioco: in che modo correggere il bambino o la bambina davanti a un errore? Occorre dare un aiuto verbale o attraverso l’esempio e il comportamento?
Guardate ad esempio la foto qui sotto: come possiamo correggere questo errore nel posizionamento delle carte? Ma soprattutto quale sarà il metodo migliore perchè poi questa correzione possa essere generalizzata anche in altri contesti ed apprendimenti?
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Possiamo ad esempio mostrare un modello della nave, indicare al bambino di riguardare con attenzione ciò che ha fatto, staccare leggermente le carte posizionate in modo errato e riprovare. Tutte queste modalità che richiamano le tecniche comportamentali più conosciute (modeling, shaping) sono corrette, ma vanno scelte capendo ciò che può servire di più alla persona. Questo significa anche riflettere a come può riproporre successivamente quella strategia in altri contesti.
Giocare in terapia deve sempre essere accompagnato al divertirsi, solo in questo modo stimoleremo la motivazione, l’attenzione e le capacità necessarie per poter potenziare anche le abilità superiori… e poi divertirsi fa un gran bene anche a noi adulti!
Se siete interessati a questo argomento, qui sotto trovate un link a Ko-fi e attraverso un piccolo caffè potete trovare un pdf in cui trovare altre informazioni sul gioco